BARI - Con il federalismo, meno fondi al Mezzogiorno e alla Puglia: è quanto emerge dalla ricerca condotta dall’Ipres sull’impatto della riforma sulla società pugliese, frutto della convenzione siglata dal Consiglio regionale della Puglia e dall’Istituto pugliese di ricerche economiche e sociali presieduto dal prof. Nicola Di Cagno.
La legge delega n. 42/2009 prevede un profondo mutamento nel meccanismo che, fino ad ora, ha regolato il sistema di finanziamento delle amministrazioni territoriali con il graduale abbandono del criterio della “spesa storica”.
La simulazione dell’Ipres prende in esame sia le spese primarie (sanità, assistenza sociale ed istruzione), sia quelle secondarie e fornisce un quadro completo degli effetti che la legge delega potrebbe produrre sulle Regioni a statuto ordinario, in relazione ad entrambe le tipologie di spese.
Per quanto riguarda la Regione Puglia, il fabbisogno per spese primarie (7,6 miliardi di euro) troverebbe copertura finanziaria per 256 milioni nella compartecipazione IVA, per circa 1,3 miliardi nell’addizionale IRPEF e per circa 6 miliardi nel trasferimento perequativo.
Con riferimento alle spese secondarie (stimate, al livello nazionale, pari a 6,7 miliardi di euro), la simulazione si fonda sull’ipotesi di tre diversi livelli di perequazione: totale, parziale all’80% e parziale al 50%. I risultati dello studio mostrano come il sistema perequativo previsto dalla legge determinerebbe per il Mezzogiorno d’Italia una notevole riduzione di risorse pro-capite rispetto al riparto storico, indipendentemente dal livello di perequazione adottato.
In particolare la Regione Puglia, a fronte di un trasferimento da sopprimere pari a 168 euro pro-capite, otterrebbe, nell’ipotesi di perequazione parziale all’80%, un trasferimento di 126 euro pro-capite (- 42 euro). Nell’ipotesi di perequazione parziale al 50% (che appare più probabile) otterrebbe, invece, un trasferimento di 113 euro pro – capite (- 55 euro).
“I risultati che emergono dallo studio dell’IPRES, - afferma il presidente Pepe -, che vanno comunque analizzati con cautela, ci fanno riflettere sulla necessità di porre grande attenzione al fondo perequativo. La ricerca, quindi, rappresenta un’occasione per avviare una riflessione seria e consapevole sui possibili effetti della legge 42/09”.
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