I precari della Sanità attendono da anni un provvedimento simile. Cioè un provvedimento che gli consenta di avere un lavoro stabile e retribuito dignitosamente. Che gli assegni una mansione, dia loro adeguata formazione e gli consenta di identificarsi nell'ASL per cui lavorano. La Regione ha avviato questo procedimento con la Delibera di Giunta Regionale n°2477 del 15 Dicembre 2009 di prossima pubblicazione tenendo fede ad un patto stretto con gli elettori nel 2005. Cioè favorire laddove possibile il lavoro stabile e sicuro, abolendo il precariato a partire dalla Pubblica Amministrazione e liberandola da una catena di appalti con esiti spesso corruttivi ed esplosione dei costi sanitari. Un primo enorme passo è stato compiuto con le stabilizzazioni di quanti lavoravano a tempo determinato (medici ed infermieri), ora è il momento di portare nella Sanità Pubblica tutti quei lavoratori sfiancati da anni di precarietà occupazionale, professionale e contrattuale. E sono in primis tutti quelli che fanno assistenza socio-sanitaria, rieducativa, coloro che fanno trasporto ed assistenza in emergenza (118). In seguito, per gruppi, attraverso un processo che sarà lungo e complesso gli ausiliari, i portieri, i vigilanti, gli addetti all'igiene ed una serie di altri servizi strettamente connessi al compito istituzionale delle ASL. Laddove il processo è stato avviato i lavoratori hanno mediamente percepito 200-300€ in più, la Regione ha risparmiato. Come è stato possibile? Semplice: non si è corrisposto l'utile di impresa, l'iva è ridotta per legge, il personale è flessibile ed adattabile alle varie esigenze sempre nel rispetto dei contratti. Vale a dire appalti in meno, contenziosi zero. La Asl di Taranto è la seconda ASL in Puglia a sperimentare questo nuovo modello organizzativo, mettendo a punto un vero e proprio studio di fattibilità che ha evidenziato innegabili miglioramenti nel rapporto costi/benefici con la c.d. Internalizzazione.
Il primo passo sarà dunque il varo di un disegno di Legge che sarà portato in Consiglio Regionale nei primi mesi del 2010 per favorire la blindatura del processo detto di “in house providing” (autoproduzione dei servizi). Le ditte dell'appalto naturalmente hanno opposto ricorsi e contrarietà a questo tipo di impostazione della Giunta Vendola ma tranne alcune momentanee vittorie si tratta di volontà insindacabile dell'Amministrazione supportata anche dall'alleggerimento del conto economico.
Unico ostacolo la volontà del Governo Nazionale (Brunetta) di impedire il ricorso all'autoproduzione dei servizi, di impedire cioè le assunzioni sia pure sotto forma di una procedura selettiva concorsuale e con la salvaguardia dei livelli occupazionali che creano una “zattera” di salvataggio proprio per i lavoratori degli appalti sanitari.
Se la Legge Regionale sarà impugnata dal Governo è intenzione della Regione difendere le proprie ragioni (e quelle dei lavoratori) nel giudizio innanzi la Corte Costituzionale.
19 Dicembre 2009 Il Consigliere Regionale del PD Paolo Costantino
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