Il dott. Càstano del Ministero dello Sviluppo Economico ha confermato le ragioni del mancato perfezionamento dell'accordo tra Miroglio-Intini ed Invitalia dall'altro lato. Intini vuole il 50% dell'investimento che assomma a 63 milioni di €, Invitalia dice che non si può superare per legge il 25%. In bilico la rioccupazione dei 234 dipendenti del Gruppo Tessile cui lanciamo un appello a a non scoraggiarsi.
Miroglio, per chi non conosce la vicenda è il Gruppo di Alba che lascia Ginosa e Castellaneta dopo 12 anni, Intini il Gruppo pugliese di Noci che dovrebbe rilevare gli stabilimenti e riassumere i 234 cassintegrati della Filatura e Tessitura di Puglia (questo il nome degli stabilimenti pugliesi del Gruppo), Invitalia l'Agenzia nazionale per "attrazione degli investimenti" che gestendo la Legge n°181 del 1989 finanzierà in parte la riconversione.
E proprio su questa parte che non c'è accordo. E le posizioni emerse al tavolo politico-tecnico presso il Ministero dello Sviluppo Economico sembravano, a prima vista, essere inconciliabili.
Il dott. Marras rappresentante del Gruppo Intini ha ribadito che se "l'ingegneria finanziaria" non dovesse essere confermata nella misura del 50% dell'investimento non se ne fa nulla.
Invitalia ha risposto seccamente che per quanto riguarda i contributi in conto capitale (quelli a fondo perduto) non si può andare oltre il 30% di ESL, in termini reali il 25%.
Ma sembra che ci siano ancora margini di trattativa nonostante Càstano abbia affermato che finora le deroghe a quelle percentuali sono state concesse solo per aziende in crisi mentre la Miroglio non è affatto tale. Ha solo deciso di chiudere quella che per lei è una delle tante filiali sparse in giro per il mondo. Una filiale che nei suoi 12 anni di attività ha macinato record produttivi ma giudicata comunque non più strategica e conveniente dopo la liberalizzazione delle importazioni tessili, avutasi con la scadenza dell'Accordo Multifibre. In conclusione il Ministero ha aggiornato le parti in causa - Miroglio, Intini , Invitalia e Regione a Martedì prossimo 17 Novembre per trovare una soluzione lavorando sulle schede presentate dal Gruppo di Noci, non rinunciando però a richiamare altri imprenditori interessati. Di tutto il processo si darà formalmente conto il 9 Dicembre prossimo, sempre a Roma.
La Regione, per legge, non può aggiungere finanziamenti a quelli eventualmente concessi da Invitalia, poichè si supererebbe il massimale previsto dall'Unione Europea per gli aiuti di Stato. Non è affatto una volontà politica. Anche se si giungesse ad un contratto di programma con la sola Regione le percentuali di aiuto concedibile rimangono le stesse come confermato dal dr. Vito Pinto della Task Force. La presenza del dr. Marras del Gruppo Intini e la disponibilità del Ministero ad effettuare un nuovo incontro è però un segno evidente che si può ancora recuperare il "Piano Industriale" di Intini trovando la soluzione tecnica. E la soluzione tecnica non è impossibile. La Regione come sempre è disponibile a dare tutta la sua assistenza: politica, tecnica ed economica.
Roma, 9 Novembre 2009 Il Consigliere Regionale del PD Paolo Costantino
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