mercoledì 11 novembre 2009

LA REGIONE ACCOGLIE IL GRIDO DELL'AGRICOLTURA Ma la palla passa al Governo ed al leghista Zaia

BARI – Non c'era bisogno di una annata come questa per accorgersi dello stato drammatico in cui versano le aziende agricole. I prezzi alla pianta di qualsiasi coltivazione tipicamente pugliese sono in caduta libera nonostante ogni giorno si celebrino in Tv i fasti della dieta mediterranea. E' per questo che la Giunta Regionale della Puglia con Deliberazione n°2143 del 10 Novembre 2009 dichiara lo stato di crisi di mercato per il comparto agricolo. L'Assessore Dario Stefano non ha perso tempo. Ciò consentirà al Ministero delle Politiche Agricole retto dal leghista Zaia di indennizzare gli imprenditori agricoli, sospendere il versamento degli oneri previdenziali e posticipare di un anno il pagamento degli effetti e delle rate di credito agrario in scadenza. Ma per onestà intellettuale nei confronti di tutti gli agricoltori va detto che il sistema attuale prevede che ci sia una assicurazione per avere diritto agli indennizzi. Di questo gli agricoltori devono ringraziare l'ex Ministro Alemanno che abolì con il Governo Berlusconi la Legge n°185 del 1992. Quest'ultima sia pure con anni di ritardo indennizzava i produttori colpiti da calamità. Con un decreto si tentò anche di adattarla alla crisi di mercato del 2004 ma a tutt'oggi quelle domande prodotte non sono state ancora evase: dopo 5 anni! In pratica chi non è assicurato non sarà risarcito di nulla e potrà solo vedersi sospesi non annullati gli oneri previdenziali, che rimangono una mannaia sul capo delle imprese agricole. Ora è risaputo che gran parte delle aziende agricole, soprattutto meridionali, non hanno potuto nemmeno prendere in considerazione l'idea di assicurarsi, stretti fra costi di produzione in ascesa (antiparassitari, diesel, attrezzature) e ricavi sempre più miseri ed incerti. La Regione dal canto suo ha fatto il possibile con la dichiarazione dello Stato di crisi e gli interventi di promozione continua dei prodotti pugliesi ma nulla può contro una crisi che è divenuta strutturale e impone drastici cambiamenti e riconversioni per le imprese agricole. Il mio paese Ginosa, aveva una ricchezza fondata sui prodotti agricoli, uva da tavola in particolare. Nell'arco di un ventennio tale ricchezza è sparita e non è ancora emersa una vocazione produttiva nettamente definita, né una schietta propensione commerciale. Sono centinaia i paesi come il mio in Puglia. Con l'apertura dell'area di libero scambio nel 2010 decisa dalla Unione Europea probabilmente la competizione si farà ancora più aspra. Merci e derrate agricole che prima entravano di straforo entreranno in maniera ancora più massiccia. Ma non per questo si può lasciar morire l'agricoltura, la cosidetta governance della Ue è insufficiente. La necessità di alimentarsi con cibi freschi prodotti a pochi chilometri dalla propria casa è essenziale non solo alla nostra salute ma alla nostra stessa economia per non parlare degli impatti ambientali. Mi auguro perciò che il Ministro rifinanzi il Fondo di Solidarietà Nazionale ed eviti di adottare provvedimenti che siano pannicelli caldi.
Bari, 11 Novembre 2009 Il Consigliere Regionale del PD Paolo Costantino

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