BARI – La Puglia produce più del doppio di quanto le serve in termini energetici. Gli introiti derivanti da questo surplus di energia prodotta non arrivano nelle tasche dei pugliesi. E nemmeno vanno in quelle della Regione. Gli effetti inquinanti quelli invece sì, rimangono in loco, come sanno benissimo a Cerano, in provincia di Brindisi ed altrove. Il Presidente Vendola e tutta la maggioranza di centrosinistra – come è perfettamente visibile in Puglia - hanno dato il via libera, a certe condizioni, alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Che invece potrebbe dare reddito anche ai piccoli proprietari agricoli. E lo assicura certamente alle imprese e a gli uomini che credono nelle fonti rinnovabili e non inquinanti di energia. Nel frattempo ci troviamo ad ascoltare l’ennesima burla del nostro Presidente del Consiglio. Era martedì grasso il giorno dell’annuncio del ritorno del nucleare. Come se non ci fosse stato alcun referendum. Gli italiani credono sinceramente che dopo l’annuncio dell’intesa con la Francia ci saranno 4 centrali nucleari sul suolo italiano.
Naturalmente qualcuno dovrebbe dir loro che quello che hanno firmato Italia e Francia è un semplice MOU, acronimo che sta per memorandum of understating, più semplicemente, lettera di intenti o protocollo d’intesa. Poco più di una stretta di mano insomma. Qualcuno dovrebbe dire loro che la Francia ha bisogno di partners per rilanciare e rifinanziare nuove centrali. Quelle che ha ora sono vetuste e costose ed il loro costo è coperto alla stessa maniera delle nostre rinnovabili: pagando a maggior prezzo l’energia prodotta e accollandone il costo ai contribuenti. Per tirarsi brillantemente d’impiccio la Francia ha trovato l’Italia di Berlusconi che ha fatto il MOU.
Per venire a noi pugliesi e scuoterci dal torpore indotto dal sistema informativo, va detto che non si prospetta nessun beneficio economico per la Puglia, ma solo la sua riduzione coloniale a piattaforma umana e logistica per le esigenze del Nord. Tra le ipotesi in circolazione sui siti dove dovranno sorgere le centrali compaiono i nomi di Carovigno, nella provincia di Brindisi, Avetrana tra Taranto e Lecce, Mola in provincia di Bari.
Quali i vantaggi per quei cittadini e per la Puglia? Nessuno, come al solito.
Vorrei allora riportare il parere del Nobel per la Fisica Carlo Rubbia il quale testualmente dice: "Sa quando è stato costruito l'ultimo reattore in America? Nel 1979, trent'anni fa! E sa quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dal governo, dallo Stato, per mantenere l'arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l'uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie". (http://www.danieleluttazzi.it/node/353)
Presumo che se ne intenda di energia nucleare più dell’intera maggioranza al Governo oggi in carica. La Puglia dirà il suo no alle centrali nucleari, motivato dal punto di vista economico e scientifico, approvando in Consiglio Regionale l’ordine del giorno del Presidente Maniglio. Dei problemi energetici del Nord del Paese, la Puglia si è già fatta abbondantemente carico. Quindi di nucleare e di atomico ci sono solo le balle e le bugie agli italiani che la maggioranza berlusconiana di centrodestra continua a propinare. In assoluta colleganza con la minoranza pugliese di destra-centro (Rocco Palese e dintorni) che ripete meccanicamente e soprattutto acriticamente quanto Le ordina il suo capo milanese, Silvio Berlusconi. Non importa se le sue scelte, anche in materia energetica, danneggiano gli italiani ed in misura ancor più significativa i Pugliesi.
Bari, 4 Marzo 2009 Il Consigliere Regionale del PD
Bari, 4 Marzo 2009 Il Consigliere Regionale del PD
Paolo Costantino
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