BARI – C'è una corsa - anche da parte di insospettabili - a dirsi favorevoli alle internalizzazioni dei precari. Ovvero di tutte quelle figure che lavorando negli ospedali o in altre strutture sanitarie sono legati da contratti a tempo determinato ad imprese private spesso con un cliente unico: la Regione. Bene, vuol dire che le decisioni del PD in materia sono ampiamente condivise. Un importante passaggio è stato superato in IIIª Commissione Regionale Sanità per avviare questo processo. E' fondamentale allora che le ASL affrontino subito il problema della riqualificazione degli “internalizzati”, giacchè molti di questi sono sprovvisti della necessaria qualifica di Operatore Socio-Sanitario prevista dalla Legge. Vanno organizzati quanto prima dei corsi ad hoc. Inoltre è bene ribadire quanto da me sostenuto il mese scorso, in merito ai dubbi circa le categorie di operatori della Sanità effettivamemente internalizzabili.
Chi ha stabilito che pulizie, lavanderie e ristorazione non siano “prestazioni a sostegno del bisogno di salute della persona”? Nella D.G.R n° 745 del 5 Maggio 2009 (delibera e non legge come erroneamente scritto) è puntualizzato che l'istituto dell' “in house providing” deve riguardare prestazioni sanitarie finalizzate al bisogno della salute della persona, ovvero confacenti alla mission di garantire cure ed assistenza alle persone assistite dal Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.).
Dunque chi ha la certezza assoluta che pulizie, ristorazione e lavanderie debbano essere escluse, seppur momentaneamente? Allora mi chiedo perché nella Asl di Foggia, Sanità Service ha internalizzato (giustamente) tutti?
Alla Asl Ta/1 sbagliano i calcoli, infatti a Luglio del 2009 l'Agenzia delle Entrate ha chiarito definitivamente che il pagamento dell'IVA non è dovuto a società in house.
Dunque se la ASL di Taranto spende 25.306.846,40€ per i propri servizi alla persona risparmierà non 1,5 milioni di € sull'IVA, bensì 5 milioni e 60.000€ di IVA.
Considerando che mediamente l'utile di impresa con l'esternalizzazione si aggira sul 14% vi è un ulteriore notevole risparmio.
Ecco il motivo per cui oggi un ausiliario che lavora nella Asl di Foggia guadagna mediamente 200-300€ in più rispetto a chi lavora nella Asl di Taranto.
Queste si chiamano già gabbie salariali, seppur intraregionali.
Dunque la parola d'ordine è: internalizzare tutti. Vorrei ricordare che questo processo riguarderà ben 7.000 lavoratori ed ha per obiettivo non solo la sicurezza sociale ed economica di questi lavoratori ma anche - oserei dire paradossalmente - il contenimento della spesa sanitaria. Una rivoluzione copernicana, perchè fino a pochi mesi fa l'esternalizzazione era la parola magica per ridare efficienza ai servizi pubblici e contenere la stessa spesa. Evidentemente in alcuni settori - e nella Sanità in particolare - questo non ha funzionato e le inchieste spesso ci dicono anche il perchè. Una ennesima prova che questa maggioranza le cose non le annuncia, le fa.
Bari, 21 Ottobre Il Consigliere Regionale del PD Paolo Costantino
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